Lingue di fuoco
di un vento arrostito dal sole
leccano accarezzando la pelle
stracciata da bruciature
degli ancora ostili sopravvisuti
appesi annodandosi le dita
alle grate delle trappole per tonni
piazzate abusivamente in mezzo
alle acque del mediterraneo
si sfida la resistenza della disumanità
si spezzano le speranze di tanti
che scompaiono sciogliendosi
come neve nera negli abissi
di coscienze saldate da un’oscenità squallida
vestita da interessi
tutti i competenti interessati
fanno finta negando la verità
queste non sono acque di nostra competenze
allora maledetti clandestini
quanto tempo ci mettete a crepare???
forse quelle non sono labrucce
di bambini che cercano di succhiare
dai capezzoli delle madri morte di stenti
sdraiate su pezzi di tavole
il latte marcio della sopravvivenza??
sbocciano corpi putrefatti
mischiandosi alle onde argentee
sembrano cefali impazziti
che morsi dall’inquinamento
si sono lasciati morire
infestando le rive del mare malato
dove pescatori dell’orrore
riempiono sacchi di anime insaguinate
cercando di venderle al mercato dell’usato dell’inferno
strilli frustati di visioni scellerate
urlano di disperazione
l’umano lancinante dolore
sabbia negli occhi
acqua salata nelle gole arse
mentre voi con i vostri cuori di marmo
non vi lasciate scolpire dal niente
nemmeno dalle ultime lacrime
che cadono dagli occhi sgranati di sofferenza
mischiandosi all’acqua del mare
di bambini che si trasformano
in angeli senza sapere volare…
ascea 18 luglio 2007
vermi che hanno carne in abbondanza