Nella pausa di una nuvola
una stella
affettò la notte
tracciò un sentiero
interruppe i tentacoli
del dolore
coperto dal miagolìo
dei gatti
che nell’amore
si salutavano
per gli agi
della solitudine
Puntai una luce
e un camino
che nello sparo dei fumi
alleggeriva le abitudini
di apatiche convivenze
lo capìi dai vortici
sospinti dai respiri di noia
distanti dall’anima
di lì a poco pronta
a congelarsi per l’inverno
Quando entrai
vidi la donna
che un tempo tra smancerie
chiamai amore
non rendersi conto
che tornavo dal buio
a cui avevo ceduto
qualche follia
Con la testa
fece un assenso
nel silenzio
e tra i piedi rotolò
l’abbraccio di due vite
col futuro
nei ricordi di ieri
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Dal volume:Soste precarie